Si parte per un altro viaggio avventuroso … riscoprire l’approccio alle STEAM (Scienze Tecnologie Ingegneria Arte Matematica).
Ancora una volta per provare ad essere più vicini al mondo reale nel quale vivono ogni giorno i bambini, ragazzi, adulti… le Persone che sono affidate alle cure dei Docenti italiani.
A breve pubblicheremo altre notizie dallo Snodo Formativo per chiunque fosse interessato alla Formazione Docenti dedicata all’Insegnamento delle STEAM, “accompagnata”, secondo la filosofia della Rete di “accompagnare” i Docenti attraverso un percorso basato sulla ricerca e la sperimentazione, da esperti nazionali ed internazionali.
Per altre anteprime Scrivi a steamformazionedocenti@icmarottanapoli.it
Assistendo a quanto sta accadendo negli ultimi giorni nell’Europa dell’est, spesso si sente parlare di FOLLIA.
Questa parola contiene l’accezione di mancanza di ragione che conduce ad una serie di atteggiamenti illogici.
Tutt’altro accade oggi. Assistiamo al razionale e spietato progetto di un personaggio, passatemi il termine non saprei come altro definirlo, che scientemente e “malignamente” implementa un progetto espansionistico nel quale bambini, uomini, donne appaiono come scogli che impediscono il regolare fluire dell’acqua e possono essere “spostati” o “distrutti” come accettabile effetto collaterale di un’indispensabile azione di bonifica.
Vite irripetibili, universi emotivi, persone come ciascuno di noi, si trasformano in numeri accettabili.
Tutto sotto lo sguardo indignato di “fortunati” spettatori che sperano di non dover condividere la stessa sorte ed assistono, come in una enorme arena, all’orrendo massacro.
Milioni di Persone incolpevoli, allontanati dalla loro vita, dai loro affetti, costrette a trasformarsi in assassini per difendersi che implorano aiuto nella loro impari resistenza contro l’aggressore.
Once upon a time, nel 1955 una Scuola che aveva bisogno di essere rifondata, “basta con banchi, cattedre e Docenti trasmettitori di conoscenze, gli alunni devono esplorare, sperimentare e costruire le proprie conoscenze.“
Dopo 66 rivoluzioni della Terra e 30 anni di tentativi di riforma, formazioni, progetti, sperimentazioni, nuove metodologie, utilizzo di nuove tecnologie, vanificate dal puntuale incedere della scuola classica trasmissiva frontale e dagli spazzi angusti e rigidamente strutturati, sembra di risentire l’eco delle stesse parole, amplificate da un’enorme realtà contingente: i nostri alunni, al termine dei loro corsi di studio, risultano tra quelli meno competenti ed in grado di affrontare e risolvere i “problemi” che propone quotidianamente la vita.
Il problema si avverte molto più pressante nella Scuola del cosiddetto “Primo Ciclo”, che dovrebbe sfornare alunni in grado di affrontare i percorsi secondari superiori. Priva di quella unitarietà e verticalità di cui avrebbe bisogno e di cui tanto si parla, è divenuta la Scuola della trasmissione di conoscenze, spesso slegate e senza obiettivi comuni, ripetute , nel corso dei tre livelli ancora presenti nel ciclo, seguendo fantomatici ed ormai, da tanto, inesistenti programmi, che allontanano gli alunni dalla possibilità di maturare quei profili ritenuti necessari per essere cittadini civili ed in grado di perseguire la felicità.
Non avendo tempo e spazio per approfondire le incongruenze e le difficoltà presenti in questo ciclo scolastico, il tema da affrontare potrebbe essere: proporre e sperimentare una rivoluzione che persegua gli obiettivi ormai nitidamente tracciati dalla normativa MIUR…
è Follia o necessità?
Una piccola rete di Scuole, presenti in varie regioni italiane,ha iniziato un’esperienza in rete, lareteaccompagnalinnovazione.blog, per provare insieme a rilevare le problematiche concrete, approfondirle scientificamente, far nascere delle proposte sperimentali, da condividere e poi non lasciar cadere, ma “metterle a sistema”.
Per muoversi in tal senso occorrono le tre C, Coraggio, Coraggio, Coraggio. Passione e Coraggio che stanno condividendo i Dirigenti Scolastici delle Scuole in Rete, coadiuvati e sostenuti dai Docenti delle loro Istituzioni scolastiche, dagli alunni e da tutto il personale. Sarebbe interessante entrare nello specifico e magari lo faremo in un’altra occasione, ma è importante cominciare a conoscere l’esistenza di una esperienza, non folle e non utopistica, di donne ed uomini appassionati, che innovano (rendono nuova) una Scuola che forse nuova non lo è mai stata, rispondendo alle impellenti ed inderogabili necessità del nostro tempo, perché un paese degno di un futuro migliore, non può che porre al primo posto la crescita culturale dei propri figli.
Lo Snodo Formativo I.C. “G. Marotta” di Napoli attiva 11 moduli online fruibili da tutta l’Italia – la policy “Non sprecare risorse pubbliche ed il prezioso tempo dei Docenti”.
Questo l’elenco dei Moduli con anteposto il codice della Piattaforma Sofia
44168 Scuola dell’Infanzia: creazione e gestione di ambienti di apprendimento. Prof.ssa Tiziana De Marino
44172 Scuola Primaria: Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica 1. Prof.ssa Genoveffa Tuccillo
44173 Scuola Primaria Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica 2. Prof. Agostino Canonico
44175 Scuola Secondaria Secondo Grado. Apprendimento connesso e utilizzo didattico dei social media. Coordinamento Toscana. Prof. Paolo Masini & Prof. Claudio Loconsole
44176 S.S. Primo Grado. Cooperative learning e utilizzo del cloud – Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica 1. Prof. Gennaro Piro
44177 S. S. Primo Grado. Cooperative learning e utilizzo del cloud – Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica 2. Prof. Valentina Delle Donne
44178 S. S. Primo Grado. Cooperative learning e utilizzo del cloud – Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica 3. Prof.ssa Chiara Stella Melani
44179 S. S. Primo Grado. Cooperative learning e utilizzo del cloud – Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica 4. Prof.ssa Daniela Cuccurullo
44180 S. S. P.G. Cooperative learning e utilizzo del cloud – Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica. Coordinamento Veneto. Prof. Gennaro Piro – Prof. Giuseppe Samaritani
44181 S. S. Primo Grado. Cooperative learning e utilizzo del cloud – Metodologie didattiche innovative e utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica 5. Prof. Giuseppe Samaritani
44182 S. S. Primo Grado. Percorsi multidisciplinari digitali per il recupero competente e uso della valutazione formativa. Coordinamento Sardegna. D.S. prof. Fabio Cocco
Considerazioni “autobiografiche” sulla DAD della prof.ssa Annalisa Pascarella (Docente di materie letterarie presso I.C. Michelangelo-Augusto di Napoli) che abbiamo già ospitato con “Non imporla…ma amarla” interessante riflessione sulla Letteratura.
Solo navigando, spinti da un impegno vero e da una curiosità attiva, è possibile scoprire le potenzialità della Didattica digitale. Solo abbattendo quella sfiducia d’ ingiustificata avversione nei confronti del ‘ tecnologico’, è possibile scoprire un mare magnum di argomenti, un sapere immenso da selezionare, con contenuti facilmente consultabili, suddivisi per ordine, per materia, all’ interno di uno spazio preciso, perfettamente catalogato, pronto all’ uso. Che meravigliosa scoperta! È questo il modo per facilitare e arricchire il proprio lavoro di docente, favorendo nel contempo un migliore apprendimento per i discenti. Audiolibri, video, tipologie testuali, mappe, approfondimenti di ogni tipo. Tutto questo ha il sapore di una grande ricerca, quella che non ha fine e che finisce per travolgerti, senza mai appagare il desiderio di conoscenza. Sì la ricerca, quella che dovrebbe diventare l’oggetto di desiderio di tutti, docenti e discenti insieme, uniti per formarsi e formare, in un cammino virtuoso e significativo.
Alcuni giorni fa scrivevo in, “Aule, pollai…..o altro”, un commento all’espressione, molto spesso usata, da tutti i mezzi di informazione, per indicare l’affollamento delle nostre aule.
Il problema si ripropone con la didattica a distanza, con la quale si rischia di ricreare le stesse condizioni di prigionia, aggravate dalle problematiche sfavorevoli determinate dall’utilizzo di schermi vari.
Rischiamo di passare dalle ore ed ore nei banchi, dedicate ad un “sentire passivo”, ad ore ed ore a video altrettanto passive, colmo dei colmi, anch’esse scandite da campanelle virtuali per il cambio del Docente.
Il problema fondamentale delle nostre Scuole è l’organizzazione Didattica, delle Metodologie e degli Ambienti (quasi sempre obbligati e non rispondenti ad esigenze reali).
Gli strumenti a nostra disposizione (Discipline, Metodologie didattiche, sussidi digitali e non, ecc.) sono ormai tanti e spesso diventano un problema in più quando ci si perde nella caccia continua alla conquista di nuove App che si moltiplicano, quasi sempre cloni, ma che alla fine non sono mai usate con costanza e padronanza, ma, spesso, solo per mostrarsi trionfanti per la nuova scoperta che altri non conoscono.
Infatti nelle nostre Scuole si parla sempre di sperimentazioni e mai di messa a sistema.
I giorni che stiamo vivendo non sono adatti ai trionfalismi, niente da “trionfare”, anche perché ci sarebbe poco da celebrare guardando le finanze del nostro paese, la sanità, la scuola, tutte sostenute dall’eroismo di un popolo silenzioso che offre e sacrifica soldi, salute, tempo ed a volte la vita.
Sono i giorni in cui condividere emozioni, in varie forme e per diversi motivi “sanguinanti”, e stringersi insieme in un senso di paese/comunità forse recuperato. Paese dove si rischia la vita per salvare i propri fratelli, si offre il proprio tempo per dedicarsi ai figli di tutti e si condividono le proprie finanze per sostenere chi ha bisogno e, sicuramente, non per essere strumentalizzati da “meravigliosi organizzatori” che ogni giorno declamano le proprie gesta organizzative mascherandole dietro ringraziamenti ed ossequi.
Potremmo approfittare di questi giorni difficili per “sperimentare” con i nostri alunni attività, su tematiche attuali, basate su ricerca e collaborazione per facilitare i ragazzi nell’acquisizione di quelle competenze di cui tanto si parla e che poi non sono altro che l’articolazione di un’unica competenza “l’Intelligenza”, ovvero la capacità di adattarsi a situazioni diverse e risolvere problematiche concrete in tanti campi specifici, ragionando competentemente, utilizzando le giuste conoscenze.
Il Dirigente Scolastico prof. Fabio Cocco dell’ I.C. “E.Cortis” di Quartucciu (Cagliari) suggerisce una suggestione “visionaria” su quello che sta accadendo negli ultimi giorni.
Ci ha colto tutti o quasi spiazzati. Di norma le situazioni complesse fanno parte del vissuto quotidiano delle scuole. Ve ne sono di ogni tipo, tra i tre piedi della scuola, genitori, docenti, alunni.
Come un tavolo da sedute spiritiche il DS cerca, quando e come può di tenervi le mani su e di evitare che quel tavolino (scuola) leviti in modo privo di controllo.
È uno “sporco lavoro” ma qualcuno lo deve fare…
Poi… Poi l’inaspettato. L’inatteso e una nuova entità che si profila… La scuola viene chiusa, la didattica sospesa, il lavoro ATA reso agile, quello di DS in mezzo al guado, i Cs a casa.
Il COVID-19? Ma no, di quello già si sapeva da un mesetto, un mesetto e mezzo…
No. No… Come fulmine che squarcia il buio, appare la parola Didattica a Distanza, per gli amici DAD…
Ed è un fioccare di buone intenzioni, un propalare di una messe di azioni, circolari, piattaforme, webinar, mantra delle magnifiche sorti progressive che la DAD prospetta…
Certo. Nessuno a parole dice che la didattica in presenza può essere messa in discussione.
Ma sotto sotto… Quasi quasi… E come un incredibile esperimento sociale, non solo il problema della non raggiungibilità di una milionata e mezzo di studenti e studentesse tagliati fuori dal web viene come d’incanto risolto con uno slogan che già abbiamo conosciuto “Più PC per tutti, più Rete per tutti” ma se ne profila la sua applicazione in estate…come si profila all’orizzonte.
E perché? Perché proseguire la DAD anche in estate? Ma non era questa che stiamo vivendo la soluzione dell’assenza fisica da scuola? Non si può andare a scuola = si fa didattica a distanza. Opinabile ma non fa una grinza. Ma adesso questa ipotesi della DAD estiva, cui prodest?
E qui il bello, ovvero una ipotesi (ovviamente le congetture sono sempre costruite su presupposti ideologici) ma come disse qualcuno… “a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina”
Cosi è. L’esito sarà che la DAD entrerà nella pratica quotidiana (un decretino utile allo scopo in mezza giornata lo si mette insieme). L’emergenza diventa ordinarietà e la dematerializzazione della scuola inizierà… all’inizio poco, in quei contesti che si (anche come pronome riflessivo oltre che passivante) ritengono “più avanzati” poi, pian piano, di dimensionamento in dimensionamento, l’annichilimento dei presidi culturali nei territori lontani e spopolati sarà opera buona e giusta, con buona pace delle reti, dei docenti, degli alunni, del viver civile ecc…
Un bel collegamento 5G per tutti, una bella auletta (magari gestita dall’amministrazione comunale che ne dovrà garantire l’apertura e la chiusura) costruita con il PON di turno e il gioco è fatto.
Sbaglio? Sicuramente sbaglio e sono un visionario.
In questo appassionato articolo, la Prof.ssa Annalisa Pascarella (Docente di materie letterarie presso I.C. Michelangelo-Augusto di Napoli) ci coinvolge in un percorso nello spazio e nel tempo per avvicinarci al vero senso della Letteratura.
Il termine Letteratura deriva dal latino “Litteratura”, (da “littera, litterae); in origine stava ad indicare l’arte di leggere e scrivere, l’arte di comunicare ed esprimersi attraverso le parole; poi, “il sapere” affidato alla scrittura. Oggi comunemente per letteratura s’intende l’insieme delle opere scritte in prosa e in versi che hanno valore o intento artistico, pervenute fino al presente.
Ma oggi quale valore ha la letteratura ?
Negli ultimi decenni, in un mondo dominato dal consumismo sfrenato, in una società digitalizzata , subordinata soprattutto alle leggi del mercato, la letteratura sembra aver perso il suo ruolo centrale, mentre i giovani avvertono una sempre maggiore estraneità al testo letterario.
Gli insegnanti di Letteratura, in seguito alla crisi della cultura umanistica, vivono una situazione di crescente disagio, in lotta contro l’odierno deperimento del linguaggio e la sua ipersemplificazione, con un ruolo ormai marginale, insieme a tutta la Scuola, rispetto al mondo delle comunicazioni e delle informazioni.
Se è vero che la letteratura ha garantito ad ogni popolo anche il sogno di un’identità nazionale, non si rischia forse un impoverimento spirituale e morale, relegandola ai margini della società?
Come afferma lo scrittore peruviano Mario Pedro Vargas Llosa, “Un mondo senza letteratura sarebbe un mondo barbaro, incivile, orfano di sensibilità”.
Leggere un’opera letteraria, che sia un romanzo o una poesia, è pur sempre un’occasione da non perdere.
Nel corso della storia la letteratura, attraverso i grandi Autori, ha inciso profondamente sull’animo umano di molte generazioni, cambiando il proprio modo di pensare, esercitando una grande funzione educativa.
Oggi spetta ai docenti e ai genitori stimolare i giovani al piacere della lettura ( stando attendi a non imporla , come afferma lo scrittore francese Daniel Pennac), trasmettendo la passione per la letteratura, insegnandone il valore.
La letteratura non ha però soltanto una funzione educativa, non educa solo ai sentimenti. Essa ci regala parole e con le parole costruiamo il pensiero, secondo il giudizio del filosofo Umberto Galimberti.
La lettura di un’opera suggerisce la potenza, la magia della parola. I libri possono diventare strumenti di intrattenimento, fuga, piacere o divertimento; spesso essi sono il modo attraverso cui è possibile scoprire se stessi e la realtà intorno a noi.
La letteratura per l’infanzia ha un “potere terapeutico” per i bambini, i quali, attraverso per esempio le favole, sperimentano diverse emozioni ed esorcizzano le proprie paure, riconoscendosi e identificandosi con i vari personaggi . Si può pensare che sia fortunato il bambino che avrà ascoltato favole e fiabe durante la sua tenera età.
La letteratura è tanto ampia quanto sorprendente. C’è la letteratura dei Classici che, come afferma Calvino,” sono quei libri che esercitano un’influenza particolare sia quando si impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
La letteratura che insegna ad avere idee diverse dalle nostre; che unisce i popoli in un abbraccio empatico, abbattendo muri e costruendo ponti; la letteratura che permette “ di entrare con l’immaginazione nelle vite di persone lontane e di provare emozioni connesse con tale partecipazione”, come scrive la scrittrice americana Martha Nussbaum nel giudizio del poeta; la letteratura che serve a far luce dentro noi stessi, perché la storia narrata del protagonista di quel romanzo magari rappresenta la nostra stessa vita.
Ogni docente “appassionato”, dovrebbe saper trasmettere il significato profondo di un testo letterario, creando momenti di riflessione, ascoltando le domande dei suoi studenti e condividendo le risposte sull’uomo e la sua esistenza in un viaggio speciale dentro la mente e il cuore.
Allo stesso modo a scuola si dovrebbe trasmettere il valore e la bellezza della poesia, come magica occasione per dare un nome alle cose, per far uscire la tristezza e la felicità, per sentirsi meno soli, perché la poesia rende gli uomini simili tra loro, permettendo di riconoscersi.
La poesia intesa come parola essenziale, che ferma il tempo e nobilita la realtà in cui viviamo; la poesia come dimora per abitare meglio il proprio dolore, o per regalarsi l’illusione dell’eternità o del “dolce smarrimento” interrotti solo dalla realtà che consumiamo e ci consuma, come fu per il nostro grande Leopardi :“ Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: E il naufragar m’è dolce in questo mare”.
La parola “lezione” significa lettura, dunque lettura pubblica di un testo, quel testo che va sempre commentato e interpretato: “Da un punto di vista didattico, nel momento del commento al centro della classe sta il testo, nel momento della interpretazione è la classe stessa che diventa centro” ( Romano Luperini). Nella società odierna la letteratura non ha più il ruolo sociale di formazione e di conoscenza che aveva in passato, ma bisogna continuare a leggere i testi letterari per il loro innegabile valore. La speranza, che ha il sapore di una grande sfida, riguarda una letteratura moderna di qualità, in grado di offrire nuovi racconti anche planetari, fondati su una nuova passione civile, attraverso il possibile recupero di quella complessità linguistico- retorica e testuale propria dell’opera letteraria, con un lettore che non sia solo superficiale, confinato nel mondo dell’audiovisivo o del testo breve e di istantaneo consumo.
In questo stimolante articolo del Dirigente Scolastico-I.C. E. Cortis di Quartucciu (Ca) Prof. Fabio Cocco, viene affrontato uno dei più annosi e discussi problemi della Scuola italiana, mai risolti: la Valutazione.
SCUOLA: PROSPETTIVE E POSSIBILITA’
2009. E’ in scena un annus orribilis (tra i tanti) con il varo delle “riforma” del Ministro Gelmini, la riforma delle riforme che, oltre a coventrizzare – e non solo per motivi economici – l’organizzazione modulare (con il ritorno all’insegnante unico tuttologa/o), ha introdotto, tra gli altri arnesi, due elementi d’antiquariato pedagogico: il “voto” in decimi alla scuola primaria e secondaria di primo grado, e il voto in condotta utile ai fini del calcolo della media per l’ammissione alla classe successiva.
Pur con alcuni correttivi del D.lgs. 62/2017, il rudimentale voto in decimi resta, quantunque nella definizione di “livello”. Ma si sa, le abitudini sono dure a morire e il numero da 0 a 10, voto era e voto resta, nella sua sconcertate semplicità.
Sì, perché il problema è questo: il voto numerico è un modo semplice – e semplicistico – per definire un fatto complesso (il processo di apprendimento) e per quantificare i traguardi di apprendimento delle/degli studentesse/enti. Questo perché, nelle storture del sistema di valutazione italiota, la testa di molti e molte docenti è e resta gentiliana: il voto serve per stabilire, di fatto, un’implicita gerarchia di valori/qualità, tale che i “bravi” (e per bravi intendo educati, studiosi, che fanno i compiti a casa, di buona famiglia insomma) hanno una valutazione di default oscillante tra l’8 e il 10, mentre i meno bravi arrancano, quando va bene, sulla cifra del 5 e 6. Al di sotto si sprofonda – dal 4 in giù – nell’abisso degli “ingestibili”, nel quale trovano spazio i soggetti irrecuperabili che, in quanto tali, meritano anche di essere oggetto di provvedimenti punitivi di ogni sorta, nella speranza che il ravvedimento si traduca in una mummificazione del soggetto.
Perché succede questo? In parte la causa è storico-culturale: la scuola italiana soffre ancora di un innato bisogno di differenziare ed al contempo di uniformare; ha cioè necessità di rintracciare nel passato un senso di quiete (allora sì…) con il quale, in modo semplice, gestire la complessità. In parte è professionale-educativo: professionale, perché è fortemente legata a quanto i docenti conoscono (poco il più delle volte) come apprende il cervello umano, e quindi come gestire i processi didattici e mantenere un equilibrio a “geometria variabile” rispetto ai bisogni dei/delle ragazzi/ragazze; educativo perché si considera il “voto” un utile strumento attraverso cui esercitare un potere di controllo sugli alunni (lo spauracchio della nota e del “2”) sia in ordine al comportamento che tengono in classe, sia in riferimento a quanto e come studiano (si applicano, direbbero molti).
Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti e ISTAT e OCSE-PISA li certificano. Si può dire che sono solo numeri, che i numeri non restituiscono la vera qualità della scuola, quella che indica nei diplomati italiani un’eccellenza che spicca nel confronto con gli equivalenti diplomati degli altri paesi… tutto però non ha un riscontro reale, è affidato al modo delle opinioni, quello stesso del Mito della caverna.
Le soluzioni però esistono e partono da D.lgs 62/2017 e dalle Indicazioni per il Curricolo:
1. Integrare i livelli in decimi nei traguardi delle competenze/conoscenze (avanzato: 10 – 9,intermedio: 8 – 7, base: 6, iniziale: 5 – 4)
2. Agganciare gli obiettivi individualizzati ai traguardi.
Questa ipotesi di lavoro si aggancia all’uso di approcci differenziati ai bisogni di apprendimento degli studenti per raggiungere i quali occorre una formazione specifica:
1. Nell’ambito della didattica (destrutturazione del metodo della lezione frontale)
2. Nell’ambito della conoscenza neuroscientifica (come funziona il cervello umano nelle varie fasi evolutive)
3. Nell’ambito dell’intelligenza emotiva (empatia, capacità di relazione)
Infine, sotto il profilo organizzativo, utilizzando l’autonomia della 275/99 per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi e del tempo della didattica:
1. Dalle aule-classi alle aule tematiche
2. Orario settimanale per cicli
3. Uso del tempo scuola (quota del 20% del curricolo) in laboratori per competenze
Nel nostro universo in continuo movimento e divenire sembra che l’unica realtà immobile nel corso dei “secoli” sia stata la Scuola italiana. In questo interessante articolo il prof. Giancarlo Sica (Docente I.C. Michelangelo-Augusto di Napoli – Compositore, progettista di installazioni sonore interattive) descrive un esperimento nel quale movimento e musica si fondono in un’unica “magia comunicativa” regalando voce ai movimenti della scuola che si contrappongono alla staticità della Scuola.
Tutto è in perenne movimento.
Niente è davvero in “stato di quiete”, se non rispetto ad un sistema di riferimento (come ci insegna la Fisica), ma è possibile ascoltare ciò che normalmente non percepiamo? In Natura esistono infiniti suoni che non riusciamo a percepire perché troppo deboli come intensità sonora: nondimeno, essi sono lì, anche se normalmente non ne siamo consapevoli. Con questo esperimento ci si propone una serie di esperienze che spaziano dall’ambito artistico a quello scientifico, senza mai dimenticare l’importanza della suggestione e dell’emozione nel contribuire a stimolare il pensiero divergente, logico, e creativo. L’esperimento è basato sulla progettazione e realizzazione di tre apparati elettronici in grado di captare le debolissime vibrazioni indotte nella struttura dell’edificio scolastico da parte dei micro-movimenti del super-vulcano: tali oscillazioni verranno amplificate dai summenzionati circuiti elettronici e trasdotte mediante altoparlanti, consentendo così di ascoltare il “dialogo” tra l’opera dell’uomo e l’opera della natura.